Fame di cambiamento: cibo, criteri ESG e il collegamento con la natura

Il fisico teorico anticonformista Richard Feynman ha trascorso buona parte della propria vita cercando di svelare i misteri del regno subatomico. Ha avuto un enorme successo in questo campo, conquistando un Premio Nobel per il proprio contributo nel settore della meccanica quantistica; tuttavia, Feynman ritiene che molti dei segreti dell'universo siano destinati a rimanere un mistero. "L'immaginazione della natura", ha affermato una volta, "supera di gran lunga la nostra."

Se fosse ancora tra noi oggi, a oltre 30 anni dalla morte per una rara forma di cancro che ha messo alla prova le tecniche mediche più avanzate, coglierebbe di sicuro l'ironia dello scoppio di una pandemia catastrofica in un'era in cui l'umanità celebra così facilmente la propria padronanza dell'iperconnettività tecnologica. Il problema, come Feynman aveva percepito con chiarezza, è che è sempre esistito un altro tipo di iperconnettività: quello che definisce il mondo naturale.

In questo campo, come è risultato evidente dagli eventi recenti, la nostra comprensione è ancora molto insufficiente. Come affermato dal World Wildlife Fund nel suo ultimo Living Planet Report: "Il nostro rapporto con la natura è incrinato."

Forse l'esempio più evidente di questa verità scomoda è nei tentativi fatti per prevenire un disastro come il Covid-19. Anche se è stato fatto molto per contenere la diffusione del virus da una persona all'altra, è vitale riconoscere il significato più ampio di ciò che possiamo chiamare il legame della natura.

In particolare, la pandemia ha sottolineato che gli atteggiamenti nei confronti della produzione e del consumo di cibo devono essere ripensati. Questo è un tema delicato e controverso, che può provocare discussioni difficili intorno agli usi e costumi, le culture, le preferenze e le abitudini; tuttavia, esistono prove sempre più schiaccianti che la situazione attuale è insostenibile.

In quest'articolo esploriamo le posizioni di produzione e consumo nel nesso della natura. Attingiamo ad approfondimenti di esperti e interviste con rappresentanti di Invesco e del FAIRR, il maggiore network di investitori in questo ambito, per esaminare il problema attraverso il prisma dell'investimento sostenibile.

Dal nostro punto di vista, integrare considerazioni materiali di tipo ambientale, sociale e di governance (ESG) nelle decisioni di investimento è essenziale per promuovere la sostenibilità in quest'ambito. Suggeriamo anche che è fondamentale un cambiamento positivo e che gli investitori, attraverso l'allocazione giudiziosa del capitale e il potere dell'azionariato attivo, possono rivestire un ruolo chiave in tale direzione. Inoltre, supportando gli approcci sostenibili alla produzione e al consumo di cibo, gli investitori possono contribuire non solo a trasformare il proprio settore, ma anche ad affrontare problematiche ampie che spaziano dal surriscaldamento globale alla scarsità di risorse, dal benessere animale all'inquinamento da rifiuti, dalla salvaguardia delle specie alla tutela della salute umana. Un punto chiave è che il legame con la natura, se trattato con rispetto, può offrire numerosi benefici e opportunità; per questo crediamo che l'interconnessione sia destinata a diventare uno dei principali temi d'investimento dei prossimi anni.