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Sostenibilità: la transizione green e i dubbi che l’accompagnano

Nessuno nega che le sorti del pianeta dipendano da scelte tempestive ed ecologiche, ma è la narrazione fatta sul tema a non convincere.

Di cosa parliamo quando parliamo di sostenibilità? È quello che si chiedono anche gli italiani. Nessuno nega che le sorti del pianeta dipendano da scelte tempestive ed ecologiche, ma è la narrazione fatta sul tema a non convincere.

Un presente difficile…

Inflazione, aumento dei prezzi, guerra in Ucraina e post-pandemia minano l’umore generale delle quattro generazioni, anche perché secondo il 65% del campione questi eventi avranno serie ripercussioni sul futuro. La stanchezza è l’emozione più comune (40%), seguita dall’incertezza (38%), dalla preoccupazione (36%) e dallo stress (34%), con la speranza che è solo quinta (30%). Forse anche per questo motivo, l’oggi e il domani arrivano a confondersi: il futuro per gli intervistati è quello che succederà da qui a 7 anni e non oltre, un orizzonte temporale che subisce variazioni minime nei quattro segmenti (si va dai 6,3 anni dei Boomer ai 7,5 anni dei Millennial).

… e un nuovo contesto a cui adattarsi

Le quattro generazioni non considerano transitoria la situazione in cui ci troviamo. L’incertezza è destinata a rimanere, farà sicuramente parte del futuro finanziario di tutti, intralciando progetti e piani, influendo sui passaggi cruciali delle nostre vite e sull’attenzione che si dedicherà al proprio benessere. Ad accompagnare questa consapevolezza non è però la rassegnazione, ma una combattività che è comune a tutti, anche se il grado di preoccupazione oscilla: la Gen Z è nata nella crisi e non la teme in modo particolare, i Millennial si dicono pronti ad attuare contromisure; la Generazione X, pur sapendo che l’impegno e la fatica si aggraveranno, punta sulla versatilità per uscirne indenne e anche i Boomer, nonostante la paura di rimanere scoperti su alcuni fronti (il timore maggiore è legato alla tenuta del sistema sanitario e del welfare), sono consapevoli che adattarsi al nuovo scenario sarà inevitabile e pronti a farlo.

Il ruolo del rischio

Con le entrate in diminuzione e le uscite che aumentano, la necessità di prendersi qualche rischio quando si tratta della gestione futura del denaro è chiara a tutti. Se il termine “rischio” crea ancora diffidenza, il concetto in sé pare infatti ampiamente accettato. Come tradurre nella pratica questa esigenza? Ogni generazione ha la sua risposta. La Gen Z ha un occhio di riguardo verso i mercati in crescita (turismo, green, energie rinnovabili), i Millennial saranno più dinamici di oggi, in cerca dell’occasione nascosta e irrinunciabile, mentre la Generazione X è improntata alla cautela e alla diversificazione e i Boomer vogliono evitare sia sprechi sia rinunce, e sono quindi decisi a investire di più e a sperimentare, se opportunamente guidati.

Una soluzione ibrida per evitare l’immobilismo

Il 67% di chi investe o ha intenzione di farlo è disposto a pazientare per vedere i frutti del proprio investimento, con una forbice che va dal 62% della Gen Z al 70 di Generazione X e Boomer; il 66% degli intervistati preferisce un investimento più sicuro con guadagni limitati rispetto a rendimenti alti ma più soggetti al rischio. Da qui il desiderio di una sorta di ibrido: un risparmio investito o un investimento protetto, in grado di condurre alla soluzione migliore ed evitare così la stasi e l’immobilismo. Perché in un mondo in cui tutto è e sarà rischioso, l’incapacità di decidere e muoversi è vista come il pericolo maggiore.     

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