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Le elezioni presidenziali USA del 2024 possono influire sulle performance del mercato?

Le elezioni presidenziali USA del 2024 possono influire sulle performance del mercato?
Punti chiave
Ai mercati interessano poco le elezioni
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Le elezioni presidenziali, storicamente, non hanno influito né sui mercati né sull’economia, a prescindere da chi o da quale partito sia risultato vincitore.

Le performance dell’indice S&P 500
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L’indice S&P 500 ha registrato un rendimento annuo medio del 10% dal 1957 a oggi nel corso di amministrazioni sia democratiche che repubblicane. 

La Fed conta più della politica
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La politica monetaria statunitense ha avuto un impatto maggiore sul mercato. I presidenti, storicamente, sono stati o aiutati o penalizzati dai provvedimenti della Federal Reserve.

Mentre la stagione delle primarie per le elezioni presidenziali USA del 2024 entra nel vivo mi viene chiesto spesso quali potrebbero essere le conseguenze per i mercati finanziari dell’elezione di un presidente repubblicano o democratico. La mia risposta è che ai mercati statunitensi le elezioni interessano poco. Nel corso della storia americana chi fosse il presidente e quale partito fosse al potere non ha influito sulla performance del mercato, sull’economia né sull’amministrazione del Paese. Ecco perché.

L’S&P 500 ha evidenziato performance positive indipendentemente dal partito al governo

Nessun partito può rivendicare di aver prodotto migliori performance di economia o mercato. Il mercato azionario ha realizzato rendimenti positivi sotto la maggior parte delle amministrazioni, con rare eccezioni rappresentate dalle presidenze che si sono concluse con una grave recessione. L’indice S&P 500® ha registrato un rendimento annuo medio pari a circa il 10% dal suo lancio nel 1957 nel corso di amministrazioni sia democratiche che repubblicane1. Anche l’economia americana si è espansa nel corso di tale periodo crescendo di circa il 3% all’anno2. Il mercato azionario ha evidenziato un rendimento negativo nell’arco delle amministrazioni solamente quando si è verificata una crisi finanziaria (2008) o una spirale stagflazionistica (1973)3.

Gli investitori avrebbero fatto meglio a mantenere il capitale investito

Ipoteticamente il portafoglio USA con le migliori performance dal 1900 al 2023 sarebbe stato quello “bipartisan” che avesse mantenuto il capitale interamente investito nel corso delle amministrazioni sia democratiche che repubblicane. Partendo da 10.000 dollari USA un tale portafoglio sarebbe arrivato a valere quasi 8,9 milioni di dollari.

Un portafoglio “di parte”, investito solamente nel corso delle amministrazioni dell’uno o dell’altro partito in questo arco di tempo di 123 anni, avrebbe sottoperformato di milioni di dollari: gli stessi 10.000 dollari USA investiti esclusivamente durante amministrazioni democratiche varrebbero all’incirca 470.000 dollari, mentre se investiti solamente durante presidenze repubblicane sarebbero cresciuti fino a valere poco meno di 181.000 dollari4.

I diversi risultati sono dovuti in parte alla crescita sistematica del mercato azionario USA perfino durante due guerre mondiali e due gravi crisi finanziarie (la Grande depressione e la Crisi finanziaria globale del 2008-2009). Più tempo gli investitori hanno partecipato al mercato meglio sono andati i loro investimenti.

Una riforma radicale dell’economia USA non è all’orizzonte

Un timore piuttosto diffuso tra gli investitori è quello che i funzionari eletti possano riformare radicalmente l’economia del Paese. Di fatto la composizione dell’economia statunitense è la stessa da decenni; neanche periodi di dominio di un unico partito hanno prodotto mutamenti significativi. La percentuale di norme “rilevanti” approvate nel corso di ciascuna legislatura non è stata più elevata quando l’organo esecutivo e quello legislativo sono stati controllati dallo stesso partito5.

Nessun partito può rivendicare una gestione responsabile dei conti pubblici

La spesa federale è risultata superiore a tasse e ad altre fonti di entrate pubbliche in gran parte degli anni e sotto la maggior parte delle amministrazioni6. Nessun partito può rivendicare una gestione responsabile dei conti pubblici. Ciò non ha rappresentato un problema per diverse ragioni, tra cui il fatto che gli Stati Uniti possiedono la prima valuta di riserva al mondo e che la crescita economica nominale supera gli interessi passivi come quota del prodotto interno lordo (PIL). Al momento la spesa in interessi in percentuale sul PIL è inferiore al 2%, asticella semplice da superare per la crescita6.

A contare di più è la politica monetaria

Nonostante tutta l’attenzione si concentri sul ramo esecutivo, a contare di più è a mio avviso la politica monetaria. Il vecchio adagio è ancora valido: “Don’t fight the Fed”, ovvero non combattere la Fed. Storicamente i presidenti sono stati penalizzati o aiutati dal quadro di politica monetaria. Sia Reagan che Clinton, ad esempio, hanno tratto vantaggio dal costante calo dei tassi d’interesse, mentre sia Bush padre che Bush figlio sono stati penalizzati dall’inasprimento delle politiche da parte della Fed, da una curva dei rendimenti invertita e da una recessione. Obama ha beneficiato di un contesto favorevole sul fronte dei tassi (tranne per un breve periodo tra il 2015 e il 2016) nel corso del suo mandato, mentre Trump ha dovuto fare i conti con politiche più restrittive nei suoi primi due anni di presidenza7.

Ai mercati non importa se non ti piace il presidente

Agli investitori non deve per forza piacere quello che accade a Washington per prosperare sui mercati. Di fatto storicamente l’S&P 500 ha messo a segno le performance migliori in periodi in cui il tasso di approvazione del presidente in carica è stato piuttosto scarso (tra il 35 e il 50%) 8. In altre parole il mercato ha offerto alcuni tra i suoi rendimenti più consistenti nel corso di periodi in cui metà o più del Paese non approvava l’operato dell’amministrazione del momento! Eppure è difficile ravvisare un rapporto diretto tra la popolarità di un presidente, lo stato di salute dell’economia statunitense e le performance dei mercati finanziari.

Le opportunità d’investimento si presentano a prescindere da chi sia il presidente

Gli investitori dovrebbero interessarsi meno alla politica e più ai leader del settore privato che sfrutteranno intelligenza artificiale e robotica, in grado di aiutare a curare malattie debilitanti, a far evolvere le fonti energetiche del Paese e a sviluppare nuove tecnologie e settori ancora neanche immaginati.

La storia ci insegna che le innovazioni (così come le opportunità d’investimento) continueranno a presentarsi a prescindere da chi vincerà le elezioni presidenziali. Il periodo dal 2008 a oggi, durante il quale ci sono stati presidenti sia democratici che repubblicani, ha visto ad esempio l’introduzione di un gran numero di innovazioni come stampa 3D, cloud computing, editing genetico e software che rendono possibili riunioni virtuali.

Note a piè di pagina

  • 1 Fonti: Bloomberg L.P., 22/11/2023. Performance del mercato azionario definite come rendimento totale dell’indice S&P 500 dal 4/3/1957 al 22/11/2023. L’S&P 500® è un indice ponderato per la capitalizzazione di mercato composto dai 500 maggiori titoli nazionali USA. Non è possibile investire in un indice. Le performance passate non sono garanzia di pari rendimenti futuri.

    2 Fonti: Haver, Invesco, 30/9/2023. Dati relativi al PIL reale compresi tra il 31/12/2016 e il 30/6/2023 poiché il PIL è comunicato con uno sfasamento temporale. Il prodotto interno lordo (PIL) è un indicatore generale dell’attività economica in un’area geografica che misura il valore monetario di tutti i beni finiti e i servizi prodotti in tale area in uno specifico periodo di tempo.

    3 Fonte: Bloomberg L.P., 22/11/2023. La crisi finanziaria si è verificata nel corso del mandato presidenziale di George W. Bush, dal 19/1/2001 al 20/1/2009. La crisi stagflazionistica ha avuto luogo durante il mandato presidenziale di Richard Nixon, dal 20/1/1969 all’8/8/1974.

    4 Fonti: Haver, Invesco, 31/12/2023. Il Dow Jones Industrial Average è un indice ponderato per i prezzi comprendente i primi 30 titoli per dimensioni e più detenuti quotati sul New York Stock Exchange. Non è possibile investire in un indice. Le performance passate non sono garanzia di pari rendimenti futuri.

    5 Fonti: US Bureau of Economic Analysis, 30/9/2023 e PEW Research Center, 30/6/2023. PEW definisce “norme rilevanti” (substantive bill) quelle aventi un certo impatto concreto, come le “spending bill” (norme che autorizzano la spesa di fondi pubblici) e quelle che disciplinano determinati ambiti; si contrappongono alle “cerimonial bill”, volte a celebrare un determinato personaggio o gruppo o una certa causa.

    6 Fonte: Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, 30/6/2023. Il prodotto interno lordo (PIL) è un indicatore generale dell’attività economica in un’area geografica che misura il valore monetario di tutti i beni finiti e i servizi prodotti in tale area in uno specifico periodo di tempo.

    7 Fonti: Goldman Sachs, Bloomberg L.P., 30/9/2023.

    8 Fonti: Bloomberg L.P. e Gallup, 30/9/2023. Rendimenti di mercato indice S&P 500 dall’1/1/1961 al 30/9/2023. Non è possibile investire in un indice. Le performance passate non sono garanzia di pari rendimenti futuri.

    La curva dei rendimenti si dice “invertita” quando i rendimenti delle obbligazioni a breve termine sono più elevati di quelli delle obbligazioni a lungo termine a parità di qualità creditizia. La curva si considera normale quando le obbligazioni più a lungo termine offrono rendimenti più elevati.

Considerazioni sui rischi

  • Il valore degli investimenti e il reddito da essi derivante possono oscillare (in parte a causa di fluttuazioni dei tassi di cambio) e gli investitori potrebbero non ottenere l’intero importo inizialmente investito.

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  • Tutti i dati sono aggiornati al 9 febbraio 2024, se non diversamente specificato.

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    Le opinioni espresse nel presente documento sono dell’autore al 31 dicembre 2023, si basano sulle attuali condizioni di mercato e sono soggette a modifiche senza preavviso. Tali opinioni possono differire da quelle di altri professionisti dell’investimento di Invesco. I commenti qui pubblicati non devono essere interpretati come raccomandazioni, bensì come un’illustrazione di concetti generali. Le dichiarazioni prospettiche non sono garanzia di risultati futuri. Poiché tali dichiarazioni comportano rischi, incertezze e ipotesi, non vi è alcuna garanzia che i risultati effettivi non differiscano sostanzialmente dalle previsioni.

    Prima di qualsiasi decisione in materia di investimenti, gli investitori devono rivolgersi a un professionista finanziario. Le performance passate non sono garanzia di pari rendimenti futuri.